Nuovo contributo SIAE per autori
Il Governo fa il bis. La richiesta va fatta entro il 21 ottobre.
Ciao,
quella che state leggendo è frilens, una newsletter con informazioni potenzialmente utili ai lavoratori e le lavoratrici autonome, anche detti freelance, a prescindere che abbiano una Partita Iva o meno.
Negli scorsi mesi avrei voluto inviarvi messaggi per affrontare argomenti che vanno dai codici ATECO fino alle clausole di non divulgazione, ma per una ragione o l’altra non c’è stato il tempo, l’energia o l’urgenza per farlo. Lo faccio ora, riattivando la newsletter per darvi al più presto una buona notizia, appresa da Strade.
Si tratta della possibilità, per freelance che hanno “reddito autorale”, di fare domanda per ricevere un contributo economico dalla SIAE, in seguito alla pubblicazione del Decreto n. 311 del 13 agosto 2021, previsto dall'articolo 90 del Decreto Legge n. 18-2020 "Cura Italia".
Il meccanismo è sostanzialmente lo stesso usato nel giugno 2020, ma va ovviamente applicato ai redditi dell’anno seguente.
Per chi ha già fatto domanda all’epoca (e chi ha molta fretta) taglio corto e vi rimando al sito web della SIAE dove trovate i moduli (occhio ad usare quelli giusti!) e le informazioni ufficiali, in particolare le FAQ.
Avete tempo fino al 21 ottobre.
Per chi invece non ha fatto domanda nel 2020 e vuole qualche informazione in termini comprensibili, continuate a leggere.
Anzitutto: come quello dell’anno scorso il contributo economico può essere richiesto sia da chi ha la Partita Iva, che da chi non ce l’ha (come il sottoscritto).
Seconda cosa: cosa vuol dire “reddito autorale”? Diciamo che si tratta di chiunque faccia lavori creativi che poi vengono pubblicati e monetizzati da un editore o altro soggetto, quindi chi scrive romanzi, sceneggiature, illustra, disegna, compone musica, fa fumetto, traduzioni, e così via. Se nella dichiarazione inviata nel 2020 (relativa ai redditi del 2019) avete dei guadagni con la cosiddetta “cessione del diritto d’autore” probabilmente potete fare domanda alla SIAE come “autori”.
Occhio però alle somme, perché dovete avere “una soglia di reddito complessivo massimo pari a 20.000 euro nel 2019 ed un reddito autorale minimo del 20% del reddito complessivo lordo e comunque non inferiore a 1.000 euro”.
Dove le trovate queste cifre nella dichiarazione dei redditi? Come scrivevo lo scorso anno il reddito complessivo è quello nel rigo RN1 oppure nel Rigo 11 – Reddito complessivo. Invece il “reddito autorale”, quello della c.d. cessione del diritto d’auore, nel modello 730 è nel rigo D3 e nel modello PF – Persone Fisiche è nel rigo RL25.
Sì, ma in soldoni? Quanto si può ricevere?
Il contributo per gli autori sarà pari al 50% del “reddito autorale” del 2019, e comunque si riceverà al massimo 4.000 euro. È inoltre previsto che “nel caso in cui le richieste eccedano le risorse disponibili, il valore [del contributo] verrà riproporzionato in base al numero di richieste valide”.
L’anno scorso in realtà è successo il contrario e siccome le domande sono state inferiori ai fondi, molti autori e autrici hanno ricevuto più del minimo previsto.
Per una distribuzione più equa questa volta, nel modulo della dichiarazione autori, bisogna indicare se il proprio reddito lordo annuo è inferiore o superiore a 9000€.
Ultima nota: per richiedere il contributo non è necessario essere iscritti alla SIAE (o altra società di autori e editori) o tantomeno è necessario iscriversi contestualmente alla presentazione della domanda. Se però siete iscritti e si tratta di redditi provenienti come autori di musica, dovete indicarlo nella domanda.
Questo numero di frilens finisce qui. Andate a scaricare, compilare ed inviare i vari moduli, se ne avete diritto, e se non ne avete fatelo sapere a qualche amica “autrice” o amico “autore”. Se avete qualche informazione utili scrivetemi a nda@nicoladagostino.net e integrerò o correggerò le informazioni al più presto.
Se potete, girate questo messaggio ed invitate altri freelance a iscriversi a frilens.
GRAZIE per questa newsletter!